Sulla scia dei temporary store, che aprono in location prestigiose per poche settimane, arrivano anche i ristoranti “a tempo”. L’esclusività di un’offerta limitata nel tempo piace sempre di più.
Guerrilla restaurant
I guerrilla restaurant, nascono come protesta di alcuni chef licenziati dai grandi ristoranti di Londra e New York decisi a servire ottimo cibo al costo degli ingredienti. Luoghi non convenzionali e anti-crisi, i primi guerrilla restaurant approfittano della contemporanea presenza sulla piazza di molti chef disoccupati che ruotano dietro ai fornelli nel corso di serate alternative.
Il prezzo della cena e/o del pranzo non ha i ricarichi di un ristorante vero e proprio. Puntando sull’essenziale si riesce a fornire alta cucina a costi abbordabili. Ad esempio il primo guerrilla restaurant di Dallas ha aperto per 6 mesi proponendo ogni settimana uno chef diverso (cena a 70 US$ senza vino).
I clienti dei guerilla restaurant formano una sorta di club, condividono la passione per la buona cucina in contesti informali. Utilizzano i social network per rimanere in contatto e aggiornarsi. Cercano le serate speciali in locali aperti per l’occasione (o in spazi di fortuna clandestini: appartamenti e garage privati, giardini pubblici). A volte accompagnano il convivio eventi letterari, concerti, spettacoli di danza, incontri a tema.
Temporary restaurant
I primi temporary restaurant nascono invece dall’esigenza di riutilizzare le location delle sfilate di moda per organizzare cene e rinfreschi temporanei, oppure per arricchire di contenuti eventi fieristici. Come l’Eat Drink Design, aperto a Eindhoven nel 2007 per sette giorni in occasione della Settimana del design olandese.
I temporary restaurant non sono locali clandestini, underground. Accanto a una cucina di qualità offrono atmosfere suggestive e originali, spazi unici dall’interior design curato, con serate esclusive, spesso ad invito.
- A New York, il food magazine americano Bon Appetit ha organizzato un ‘pop-up supper club’. Aperto solo per una settimana ha ospitato rinomati chef: Michael Mina, Giada De Laurentis, Will Farb e Emeril Lagasse
- A Parigi, sopra il tetto del museo il “Palazzo di Tokio” è stato installato un mini ristorante trasportabile con vista sulla Senna e sulla Torre Eiffel.
- Il ristorante californiano Ad hoc di Thomas Keller ha invece ottenuto un successo tale da spingere i gestori a rendere l’esperienza continuativa.
E il movimento è così trendy che, in Nuova Zelanda, un’originale campagna di comunicazione delle locali Pagine gialle sfrutta l’idea di un ristorante temporaneo costruito sopra gli alberi sospeso a 12 metri da terra (Yellow Tree Restaurant).