Errori da evitare

Ecco un decalogo che sintetizza alcuni errori piuttosto banali, ma frequenti, che bisogna evitare.

  1. Spesso le aziende comunicano in maniera scoordinata: rinnovano l’immagine online, trascurando quella offline, o viceversa; hanno troppi fornitori (agenzia per sito, freelance per social, designer per la grafica) e troppi copywriter lungo una molteplicità di canali. Rischio: confusione e disorientamento (la voce del brand cambia a seconda del canale). Il coordinamento a livello visivo non riguarda solo pubblicità e promozione on line, ma anche fatture, moduli interni, ordini d’acquisto, biglietti da visita
     
  2. Il mercato spesso offre un paradigma di progettazione di siti web che prevede l’approccio inverso a quello corretto: scelta template, o realizzazione proposta grafica; utilizzo “spazi a disposizione” per descrivere l’azienda, i suoi prodotti e servizi, definizione del piano editoriale e delle logiche di navigazione. In realtà la corretta progettazione di un sito web aziendale parte dal piano editoriale e dall’organizzazione ottimale dei contenuti, mette al centro le esigenze informative degli utenti e le necessità di comunicazione dell’azienda.
     
  3. Pagine lente ad aprirsi: la presenza di contenuti particolarmente "pesanti" obbliga i navigatori ad attese inutili. Perderanno la pazienza e abbandoneranno il sito. Evitare di appesantire la home page con uno slider in apertura. Anche la welcome page con la selezione delle lingue è inutile e ridondante.
     
  4. Link rotti, contenuti non più reperibili sono sinonimo di imprecisione e poca affidabilità. La presenza di pagine "vecchie", nella grafica o nel contenuto indicano un'azienda non al passo con i tempi. Prima che per la tua intelligenza il lettore ti giudicherà per la tua ortografia. La correttezza non è formalismo, è qualità. Se parli con qualcuno che ha mangiato spinaci, e uno gli è rimasto tra un dente e l’altro, guardi la sua bocca non per leggere le sue parole, ma per vedere se quello spinacio è sempre lì.
     
  5. Mancanza di informazioni utili al contatto (non basta inserire un indirizzo e-mail o un form per contattarti). I clienti cercano sempre di localizzarti geograficamente, prima di acquistare. Attenzione anche alle informazioni obbligatorie (P. IVA numero iscrizione registro imprese, capitale sociale...). La pagina Contatti è un elemento di massima importanza in un sito.
     
  6. L’interfaccia è il “quadro comandi” del sito. Contribuisce a creare un ambiente funzionale, in cui trovare i contenuti senza pensarci sopra. Meglio rispettare le convenzioni e le abitudini di navigazione. Le innovazioni sull’interfaccia vanno inserite con prudenza. Alcuni interventi, considerati erroneamente “grafici”, compromettono la navigabilità del sito.
     
  7. A volte i motori di ricerca interna al sito offrono risultanti non rilevanti o ridondanti. E l'errata attribuzione dei TAG crea micro categorie non coerenti con le macro categorie (sezioni principali tramite le quali hai organizzato i contenuti).
     
  8. Scarsa cura nell'impaginazione del contenuto: è importante presentare le informazioni in maniera gradevole e funzionale, curando la disposizione di testo e immagini, i colori, la grafica. I box editoriali, le correlazioni, la formattazione del testo e i link esterni contestualizzano e/o approfondiscono l'argomento proposto. L'accesso a contenuti interni del sito tramite nuove finestre del browser, rende la navigazione confusa. Così come la mancata apertura di nuove finestre del browser in caso di link esterni.
     
  9. Utilizzare indirizzi parametrici (URL non parlanti), poco apprezzati dai motori di ricerca per valutare la rilevanza delle pagine web (l'URL rewriting consente di ottimizzare il posizionamento fisiologico). Anche il campo Title e la metadescription vanno sempre compilati per garantire un'adeguata visualizzazione dei contenuti nei risultati proposti da Google.
     
  10. La progettazione responsive è indispensabile. Google ha annunciato ad aprile 2015 che cambierà l'algoritmo che determina il ranking dei risultati quando le ricerche sono svolte da dispositivi mobili. Se di un sito è disponibile una versione mobile, Google proporrà a chi cerca da smartphone direttamente quella invece della versione "desktop"  e aggiungerà una etichetta per evidenziare i siti "mobile friendly". Se non hai un sito responsive corri il rischio di non apparire nelle ricerche effettuate con smartphone (che continuano a crescere in maniera esponenziale).