Scrivere “bei contenuti” non è sufficiente, se non capisci la tua audience. Solo strutturando correttamente il contenuto e usando un linguaggio attrattivo, puoi costruire una relazione duratura e significativa.
Il pubblico digitale, qualsiasi livello di conoscenza abbia, ricerca informazioni rapide e facili da comprendere.
Il vero content manager non si limita quindi a raccontare una “bella storia”:
Per individuare gli argomenti più appropriati da proporre al target di riferimento, il marketing tradizionale segmentava l’utenza in base all’età, al sesso, al livello di studi, al reddito…
L'E-book di Atomic Reach “Creating quality content” suggerisce invece di classificare l’audience in base al livello di conoscenza di un argomento specifico (comprensione basica, avanzata, esperto, accademico, genio).
Nel processo di apprendimento, tendiamo infatti a prediligere i contenuti che sono alla nostra portata (non troppo difficili per il nostro livello di conoscenza, ma nemmeno troppo scontati). Per costruire una relazione coinvolgente e duratura con l’audience è importante quindi utilizzare il giusto livello di approfondimento.
Quando il tuo contenuto incontra il livello di conoscenza dell’audience, la storia e il messaggio del brand risuonano meglio perché sono inerenti, più significativi e rilevanti. Al contrario, se ti rivolgi con un linguaggio troppo tecnico e specialistico, corri il rischio di non farti capire, vanificando lo sforzo.
Le parole che usi, le conclusioni che trai, la lunghezza dei paragrafi, la struttura del testo, tutto è importante quando prendi in considerazione il livello di conoscenza dell’audience (opportunamente segmentata) e il riscontro che potenzialmente può avere quel contenuto.
E non smettere mai di chiederti: “Sto facendo tutto il possibile per creare il miglior messaggio per il mio brand?”
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