Nel 2020 l'export digitale italiano di beni di consumo raggiunge i 13,5 miliardi (+14%) e ha un'incidenza del 9% sull'export complessivo di beni di consumo.
Sintesi dei risultati della ricerca dell'Osservatorio Export Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, presentata il 26 marzo 2021.
Elettronica, cosmetica, cartoleria, giochi, articoli sportivi e gli altri comparti valgono complessivamente il 25% dell'export digitale B2c, ma singolarmente hanno un peso marginale.
Il 56% delle imprese usa i canali digitali per vendere prodotti all'estero – soprattutto in Germania (34,7%), Francia (26,8%), Regno Unito (26%), USA (25,4%), Spagna (18%) e Cina (11,4%) – e il 62% di queste lo fa in più di un mercato, ma quasi il 75% esporta online prodotti per meno del 20% del proprio fatturato.
Un'impresa su dieci non ha né un export manager, né un eCommerce manager, quasi la metà ha in organico solo il primo, il 70% ha inserito solo il secondo, mentre fra le imprese che esportano online una su due presenta entrambe le figure.
Nel corso del 2020 sempre più imprese hanno scelto di aprire un canale E-commerce per vendere all'estero, con un impatto positivo sulle performance finanziarie, come rivela un recente sondaggio condotto sempre dall'Osservatorio su 162 aziende italiane di piccole, medie e grandi dimensioni attive in diversi settori.
L'export digitale B2b raggiunge un valore di 127 miliardi di euro, con un calo del -5% rispetto al 2019, ma un aumento dell'incidenza sulle esportazioni complessive di prodotti, pari al 29%.
In ambito B2b l'export digitale ha giocato un ruolo fondamentale per la ripresa delle esportazioni, in particolare sono aumentate nel largo consumo e nel farmaceutico, bilanciate però da una riduzione nella gran parte degli altri settori merceologici. "
A differenza del comparto B2c, il B2b ha subito una notevole frenata a causa del lockdown. Si è assistito a un accorciamento delle filiere, con molti operatori che hanno iniziato ad aggirare gli intermediari delle varie catene di fornitura per servire direttamente il consumatore finale attraverso l'eCommerce.
La filiera più digitalizzata si conferma quella automobilistica, che rappresenta il 18,5% dell'export digitale B2b per un valore di 23,5 miliardi di euro (circa il 65% dell'export automotive).
Seguono il tessile e abbigliamento con 18,3 miliardi, pari al 14,5% dell'export digitale B2b e al 35% del totale del settore, e la meccanica con quasi 15 miliardi, che equivalgono all'11,8% delle esportazioni online B2b e al 20% dell'export di settore.
Poi il largo consumo (10 miliardi, 8%), il farmaceutico (6 miliardi, 4,6%), il materiale elettrico (5 miliardi, 4%), l'elettronica (3,5 miliardi, 3%), e una molteplicità di altri settori che complessivamente costituiscono oltre il 36% dell'export digitale B2b e valgono circa 47 miliardi.
Osservatorio Export Digitale è realizzata con il supporto di ADICI, AICE, API, Confimprese, Promos Italia, SMI, Sportello Digitale, Intesa Sanpaolo, Sace Simest, The Advisory Box, Poste Italiane, TRACE designed by Sella, Trentino Sviluppo.
Fonte: Osservatorio Export Digitale
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