L’E-commerce Foundation ha pubblicato un report con i dati, i trend e le previsioni del commercio elettronico B2C di beni e servizi in Europa.
Secondo la ricerca, in Europa vivono 685 milioni di persone con più di 15 anni. Di queste, il 75% usa internet (516 milioni) e il 43% sono e-shoppers (296 milioni).
Nel 2015, il giro d’affari dell’e-commerce in Europa è cresciuto del 13% (455.3 miliardi di euro), a fronte di una crescita dell’1% del commercio tradizionale.
Malgrado questa crescita sostenuta, il commercio elettronico in Europa ha ancora potenziale inespresso: solo il 16% delle PMI vende online e meno della metà di queste (7.5%) vende online al di fuori dei propri confini nazionali.
Alla fine del 2015, erano attivi circa 750.000 siti web B2C che hanno generato il 2,59% del PIL europeo (1,8% nel 2014). Le vendite on line in Europa, nel 2016, dovrebbero crescere del 12%.
Nel 2015, il 16% degli individui europei ha acquistato prodotti o servizi tramite internet da venditori stranieri appartenenti a un altro dei 28 Paesi UE (+33% rispetto al dato riferito al 2013). In Italia hanno acquistato on line da altri paesi europei: il 7% nel 2013, il 9% nel 2014 e l’11% nel 2015.
Le motivazioni principali che spingono ad acquistare all’estero sono: prezzi più competitivi e più ampia disponibilità di prodotti e servizi.
Il Regno Unito è leader con vendite on line superiori a quelle registrate complessivamente in Francia, Germania e Russia.
Source: Ecommerce Foundation, National Associations and other sources, 2016
Nel biennio 2014 e 2015 i settori più interessati dal fenomeno del commercio elettronico sono stati, nell’ordine:
Fonte: Ecommerce Foundation and Google Barometer, 2016
Il Report, dopo una panoramica sulle vendite online nei singoli Paesi, prevede il seguente trend di crescita del commercio elettronico in Europa:
La quota di mercato dei tre leader in Europa (Regno Unito, Germania e Francia) si ridurrà dall’attuale 60% al 55% nel 2018. Spagna e Italia, invece, dovrebbero riuscire a guadagnare quote di mercato e a recuperare il ritardo rispetto ai tre leader.
Secondo un recente studio di Zyppy.com, Google riscrive il page title in più del 60% dei casi analizzati.
Search Engine Journal ha condotto un'indagine che ha coinvolto 2.830 professionisti. I clienti ormai percepiscono il SEO come una parte essenziale del marketing.
Secondo l'Istat, nel 2021, il 60,3% delle Pmi italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale (56% la media Ue27). Il target europeo 2030 è del 90%.
Hubspot e Canva hanno chiesto a 500 leader del marketing come stiano rivedendo i loro investimenti in risposta al Covid-19.
Nell’anno della pandemia il Rapporto Clusit registra il record negativo di attacchi informatici: a livello globale sono stati infatti rilevati 1.871 attacchi gravi di dominio pubblico.
Secondo il Rapporto annuale dell’Istat, tra il 2018 e il 2020 la quota di imprese che utilizzano servizi cloud è passata dal 23 al 59% e dall’11 al 32% per quanto riguarda i servizi evoluti.
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