Le PMI italiane, nei prossimi 3 anni, ricorreranno maggiormente ai big data (39%), alla contaminazione dalle startup (39%) e al potenziamento delle vendite online (37%).
Per affrontare il mercato attuale è necessario ripensare i modelli di business e l’organizzazione della produzione e sviluppare strategie basate sul digitale. Le aziende italiane sono più consapevoli che la digitalizzazione è strategica per la crescita e stanno capendo che la trasformazione digitale si fa tramite alleanze, con un approccio di innovazione aperta.
La sopravvivenza di un’impresa nell’era digitale, non dipende unicamente dall’abilità di introdurre tecnologia al suo interno, quanto dalla capacità di utilizzarla in modo che sia utile prima di tutto ai clienti e ai dipendenti.
La scuola dell’innovazione di Talent Garden TAG Innovation School, in collaborazione con Cisco Italia e Intesa Sanpaolo, ha raccolto le interviste di circa 550 aziende.
Dalla ricerca emerge una crescente sensibilità sui vantaggi dell’uso del digitale per cambiare organizzazione e processi interni, così da diventare più efficienti, rafforzare la collaborazione, senza perdere di vista il tema della sicurezza.
Solo la metà degli intervistati considera però rilevante l’advertising online (es. Google AdWords e le campagne di sponsorizzazione sui social), il 45% utilizza strumenti di web analytics per l’analisi e l’utilizzo di dati relativi ai clienti, il 40% possiede una piattaforma di CRM per curare le relazioni con fornitori e consumatori e il 39% ha elaborato una strategia SEO. Infine le strategie per il mobile sono ancora piuttosto sottoutilizzate (20% delle risposte).
Le figure professionali di cui le PMI ritengono di aver maggiormente bisogno nei prossimi 3 anni sono:
Secondo il campione intervistato, l’innovazione digitale è una risorsa per:
Inoltre i servizi in cloud consentono di aumentare la produttività per il 74% degli intervistati.
Secondo il Rapporto Prometeia - Intesa Sanpaolo pubblicato a maggio 2017, il manifatturiero italiano è calato, tra il 2007 e il 2016, del 13% per numero di imprese in attività. L’uscita delle micro imprese e degli operatori meno efficienti ha reso la base produttiva nazionale più strutturata, mediamente ben patrimonializzata.
Il rafforzamento competitivo del manifatturiero si rispecchia anche nei buoni risultati ottenuti sui mercati internazionali che, pur in un contesto di commercio globale non particolarmente brillante, hanno visto tutti i settori conseguire un guadagno di quote nel 2016.
La trasformazione del tessuto produttivo va nella direzione di restituire centralità alla manifattura, anche se la crescente digitalizzazione dell’economia alimenterà ulteriormente lo spostamento, già in atto, di mix tra manifattura e servizi, a beneficio di questi ultimi.
Una più spinta integrazione tra prodotto “tradizionale” e tecnologie digitali può aumentare gli spazi per l’arricchimento del contenuto di servizio dell’offerta e per l’introduzione di nuovi prodotti. Se il sistema produttivo saprà cogliere questi spunti si potranno aprire importanti occasioni di innovazione dei modelli di business delle imprese, con positivi riflessi in termini di innalzamento del potenziale di crescita oltre che di miglioramento di efficienza e produttività.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato una sanzione di 10 milioni di euro a due società lussemburghesi del gruppo Amazon per pratica commerciale scorretta.
Tra i giovani si consolida l’impiego delle piattaforme online: il 93% utilizza WhatsApp, il 79,3% YouTube, il 72,9% Instagram e il 56,5% TikTok.
Search Engine Journal ha pubblicato un articolo con la panoramica degli ingredienti fondamentali di un progetto SEO ben strutturato.
Secondo un recente studio di Zyppy.com, Google riscrive il page title in più del 60% dei casi analizzati.
Search Engine Journal ha condotto un'indagine che ha coinvolto 2.830 professionisti. I clienti ormai percepiscono il SEO come una parte essenziale del marketing.
Secondo l'Istat, nel 2021, il 60,3% delle Pmi italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale (56% la media Ue27). Il target europeo 2030 è del 90%.
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