Il 95% dei musei ha un sito web (+10%, rispetto al 2020) e l’83% un account social (76% nel 2020) con forte aumento della presenza su Instagram.
Secondo la Ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano, lo scorso anno durante la pandemia l’80% dei musei italiani ha offerto almeno un contenuto online.
Oggi in quasi metà dei musei, monumenti e aree archeologiche italiane vengono proposti laboratori e attività didattiche online (48%), così come tour e visite guidate (45%). È cresciuto anche il numero di musei che hanno pubblicato la collezione digitalizzata sul proprio sito web (dal 40% del 2020 al 69% del 2021) e il 13% si è cimentato anche sull’offerta di podcast.
Nonostante ciò, le istituzioni che si basano su un vero e proprio piano strategico che comprenda anche l’innovazione digitale rappresentano ancora una minoranza (il 24%, come un anno fa).
La sfida è passare da sperimentazioni estemporanee a soluzioni strutturate che, oltre a promuovere e informare, diventino strumento di diffusione della conoscenza.
Secondo Michela Arnaboldi - Responsabile Scientifico dell’Osservatorio - “Grazie al digitale si è aperta l’opportunità di ripensare il rapporto con l’utente come un’esperienza estesa, nel tempo e nello spazio, in quanto non confinata al luogo e al momento dell’esperienza in loco, ma potenzialmente continua e accessibile da qualsiasi luogo e in qualunque momento”.
Cresce la percentuale di musei, monumenti e aree archeologiche che offrono la possibilità di acquistare il biglietto online, passando dal 23% al 39% dei musei che hanno un sistema di biglietteria (65% del totale).
Negli ultimi tre anni il 55% dei musei ha investito in sistemi per la salvaguardia della salute e il distanziamento fisico, e il 42% in impianti di videosorveglianza per il monitoraggio delle aree, che si stanno rivelando estremamente utili per garantire la visita degli spazi espositivi nel rispetto delle norme di distanziamento.
Il digitale consente di arricchire l’esperienza onsite. Tra le tecnologie di maggiore interesse per le istituzioni culturali vi sono:
Un’istituzione culturale su quattro mette a disposizione dei propri utenti un’applicazione (dato sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente).
La maggior parte delle istituzioni culturali ha scelto di fornire i contenuti digitali, almeno in una prima fase, in modo gratuito. Questa scelta è utile quando si vuole aumentare l’engagement, stimolare la visita fisica, o per ottenere informazioni sul pubblico da utilizzare per attività di marketing.
Il 22% dei musei, invece, ha sperimentato modelli a pagamento e in particolare la vendita del singolo contenuto digitale (13%, soprattutto per attività didattiche e tour virtuali) e/o di un pacchetto di servizi (9%, per corsi e podcast).
Quanto alla reazione del pubblico circa la proposta di contenuti digitali, i musei sono rimasti soddisfatti sia per i contenuti offerti gratuitamente (per cui l’86% di questi si ritiene soddisfatto della risposta del pubblico) sia per quelli offerti a pagamento (il 62% è soddisfatto della risposta).
Fonte: Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali - School of Management del Politecnico di Milano
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