Il “Libro Verde Made in Italy 2030” apre una riflessione in Italia sulla nuova strategia di politica industriale.
Nel 2030 molti dei percorsi di cambiamento e di transizione, che sono in incubazione da anni, si saranno affermati definendo il nuovo sistema internazionale.
Avanzeranno le politiche di decarbonizzazione dei sistemi produttivi e di trasporto. Potremo verificare la sostenibilità dell’ambiziosa agenda climatica europea e il livello di sicurezza raggiunto dalle catene di approvvigionamento, in particolare dei minerali critici.
Per il 2030 si stima che l’aumento della crescita globale scenderà sotto il 3% (ben due punti in meno rispetto al picco registrato nel 2010, quando superava il 5%).
Resterà molto basso il tasso di crescita della popolazione europea rispetto al resto del mondo. La popolazione dell’Unione, che oggi è di circa 449 milioni di abitanti, raggiungerà nel 2030 i 453 milioni (il 23% sopra i 65 anni).
L’Italia dovrà farsi trovare pronta per affrontare un sistema economico internazionale trasformato e riorganizzato su basi differenti. Una nuova politica industriale è necessaria per dare un futuro al Made in Italy.
Le politiche industriali tornano al centro delle politiche europee per ridare competitività al sistema manifatturiero del continente.
Il manifatturiero italiano, con 4 milioni di occupati e 350.000 imprese è il secondo in Europa per fatturato e, rispetto agli altri settori dell’economia nazionale, è quello a maggior valore aggiunto.
Per fare in modo che le imprese italiane si rafforzino nei confronti dei competitor internazionali, è necessario colmare il divario nei prezzi dell’energia che ad oggi permane tra Italia ed Europa e tra Europa e resto del mondo. È per questo necessario ripensare la politica degli input energetici su quattro fattori:
Il piano Transizione 5.0 si inserisce nell’ambito della strategia finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale e ambientale delle imprese, con risorse impiegabili anche per la formazione. Industria 5.0 rappresenta un’integrazione ed estensione di 4.0, ampliandone la portata alle dimensioni sociali e ambientali, che dovrebbe migliorare la capacità di attrazione dei talenti, l’efficienza energetica e la resilienza.
Le merci italiane raggiungono mercati geograficamente molto lontani, come dimostra la distanza media dei mercati di esportazione, pari a 3.112 kilometri nel 2022, (Germania 3.073 km, Francia 2.900 km, Spagna 2.709 km e Polonia 1.516).
Le esportazioni sono un elemento vitale per l’economia italiana e una componente significativa del nostro PIL. Nel primo semestre 2024 l’Italia ha esportato beni per un valore pari a 315,9 miliardi di euro, sorpassando il Giappone e diventando il quarto Paese esportatore al mondo.
Dall’analisi dell’interscambio commerciale dell’Italia con il mondo e dei flussi degli investimenti diretti italiani all’estero emerge il quadro dei nostri principali legami economici.
Considerando gli investimenti diretti italiani all’estero accumulati negli anni, nel 2022 ammontavano in totale a 523,7 miliardi di euro in tutto il mondo:
Il Libro Verde del Ministero delle Imprese e del Made in Italy propone una strategia di rilancio dell’azione economica dello Stato per realizzare, assieme alle imprese, una politica industriale strategica guidata dalle transizioni green e tech e dall’ambizione di assicurare all’Italia le risorse necessarie per continuare a ricoprire un ruolo geoeconomico di rilievo nel mondo globalizzato.
Per ognuno dei quattro grandi temi identificati, il Libro Verde fa una rassegna dello stato dell’arte del dibattito, descrive le principali sfide e, in alcuni casi, avanza alcune opzioni di policy.
1 Identità industriale italiana
2 Sfida delle transizioni verde, digitale e geopolitica
3 Ruolo strategico dello Stato nel mondo produttivo
4 Dimensione internazionale della politica industriale
La capacità di misurare la differente strategicità degli interventi e dei settori è necessaria per evitare la dispersione delle risorse, o la loro eccessiva concentrazione.
La nuova politica industriale dovrà costruire criteri quantitativi il più possibile oggettivi e trasparenti per identificare i settori e gli ambiti strategici tra i quali la politica dovrà compiere le sue scelte qualitative. Una proposta di costruzione di indicatori quantitativi per valutare la rilevanza dei settori industriali è allegata al Libro Verde.
“Lo scopo del Libro Verde non è quello di offrire soluzioni semplici a problemi complessi, ma è quello di proporre al Paese, in particolare alle sue forze produttive e sociali, una sintesi dei problemi e delle sfide e una visione nuova dell’Italia industriale e del Made in Italy”.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy promuove una consultazione pubblica che verrà utilizzata per integrare la strategia industriale che verrà ultimata e presentata nel Libro Bianco, nel febbraio 2025.
Fino al 31 dicembre 2024 è possibile inviare commenti e proposte al Ministero all’indirizzo MadeinItaly2030@mimit.gov.it utilizzando il modello disponibile sul sito www.mimit.gov.it/it/libro-verde
L’Italia è un Paese fortemente specializzato in molti segmenti di diversi settori, come quello dell’agroalimentare, dei mobili, della moda, della meccanica, dei mezzi di trasporto dei prodotti in metallo, in gomma e ceramica, della farmaceutica e della chimica. Alla specializzazione produttiva si abbina un’ampia diversificazione dei prodotti esportati.
Testo del libro verde >
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato una sanzione di 10 milioni di euro a due società lussemburghesi del gruppo Amazon per pratica commerciale scorretta.
Tra i giovani si consolida l’impiego delle piattaforme online: il 93% utilizza WhatsApp, il 79,3% YouTube, il 72,9% Instagram e il 56,5% TikTok.
Search Engine Journal ha pubblicato un articolo con la panoramica degli ingredienti fondamentali di un progetto SEO ben strutturato.
Secondo un recente studio di Zyppy.com, Google riscrive il page title in più del 60% dei casi analizzati.
Search Engine Journal ha condotto un'indagine che ha coinvolto 2.830 professionisti. I clienti ormai percepiscono il SEO come una parte essenziale del marketing.
Secondo l'Istat, nel 2021, il 60,3% delle Pmi italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale (56% la media Ue27). Il target europeo 2030 è del 90%.
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