Il potere unificante della dieta

Una dieta di gruppo, opportunamente gestita, può avere effetti sorprendenti. Lo dimostra il documentario “A slim peace” che racconta l’esperienza di 7 donne israeliane e 7 palestinese unite dal desiderio di perdere peso.

Nell’organizzare un corso di cucina, rivolto a donne appartenenti a culture e religioni diverse, si dovrebbero superare ostacoli forse insormontabili posti da abitudini alimentari spesso contrapposte. L’universale desiderio di perdere peso, invece, unisce e consente di lavorare anche con persone storicamente divise da conflitti e pregiudizi.

Partendo da questa considerazione la regista Yael Luttwak, metà israeliana e metà Americana che oggi vive a Londra, decide di mettere di fronte a due nutrizioniste, una israeliana e una palestinese, un gruppo formato da 14 donne soprappeso.

Le partecipanti ai sei incontri previsti dalla dieta di gruppo dovevano essere israeliane, palestinesi, beduine e arabe appartenenti a classi sociali diverse che non si fossero mai viste prima. E dovevano essere disposte a modificare il loro approccio con il cibo e il loro stile di vita.

Per vincere l’iniziale diffidenza reciproca le due dietologhe invitano le partecipanti a scrivere su un biglietto anonimo le motivazioni che le hanno spinte a intraprendere questa dieta e le eventuali aspettative. Ognuna legge il biglietto scritto da un’altra. Emergono problematiche comuni. E l’identità del gruppo inizia subito a formarsi. Interessante l’osservazione secondo cui “Il soprappeso mi ricorda che qualcosa non va”.

Si passa poi al peso e alla registrazione delle misure per avere un parametro iniziale di riferimento.

Al termine del primo incontro alcuni consigli pratici (scrivere tutto ciò che si mangia e a quale ora, evitare le porzioni troppo grandi…) e a tutte viene consegnato un contapassi per monitorare l’attività fisica.

Al secondo incontro si affrontano le tematiche psicologico-percettive: l’importanza di avvertire che c’è un cambiamento in atto, la possibilità di godere del piacere del cibo con maggior consapevolezza… E intanto tra le partecipanti cresce la sensazione di essere molto più simili di quanto avessero sempre pensato.

Una donna palestinese, rivolgendosi alla controparte israeliana, afferma con un po’ di ironia: “Non siamo mica alieni!”. E un’israeliane le risponde: “Abbiamo tutti fame e stereotipi da sconfiggere…”. E la dieta si trasforma in un piccolo, ma significativo passo verso il processo di pace.

Yael Luttwak

L’idea di mettere insieme la dieta e il conflitto israelo-palestinese nasce dall’esperienza personale di Yael Luttwak. Nel 2000, anno in cui si interruppe bruscamente il processo di pace, si trovava in Israele per lavoro.

Essendo sempre stata un po’ grassa, decise di partecipare a un’iniziativa della Weight Watchers di Tel Aviv. Questa esperienza le ha dato modo di osservare donne mediorientali alle prese con la dieta e di capire che “accanto alla questione peso ci sono molte emozioni, sofferenze, successi e frustrazioni”.